Teatro: Premio Città di Leonforte, in scena “Via Crudex – Cantico della minaccia”

Via Crudex - Cantico della minaccia
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Una sfida, una guerra, per la vita e per l’arte. Una “Via Crudex” senza resurrezione quella che il 26 agosto in piazzale Immacolata apre la sfida tra compagnie per la sezione teatro del “Premio Città di Leonforte” con il Teatro dei 3 Mestieri su testo e regia di Rosario Palazzolo. In scena Stefano Cutrupi e Silvana Luppino, le musiche originali di Gianluca Misiti, aiuto regia Marcantonio Pinizzotto, assistente alla regia Mariarita Andronaco, costumi di Mary Campagna.

Secondo spettacolo ad andare in scena per la sezione Teatro del “Premio di Leonforte” il 28 agosto alle 20,30 sarà “La moglie perfetta” di e con Giulia Trippetta, mentre il 30 agosto alle 20,30 si alzerà il sipario sul terzo ed ultimo spettacolo in gara, “Come se niente fosse”, di e con Davide Grillo.

Il il 31 agosto alle 20,30, sempre in piazzale Immacolata, sarà svelato durante la cerimonia di premiazione, il verdetto della giuria presieduta da Walter Amorelli per la sezione Teatro del Premio che ha il patrocinio del Comune di Leonforte guidato dal sindaco Piero Livolsi e la direzione artistica di Sandro Rossino. La giuria è composta anche da Carmela Buffa Calleo, Piero Ristagno, Andrea Trovato e Lavinia D’Agostino, assieme alla giuria popolare.

Per assistere agli spettacoli e alla cerimonia di premiazione è necessario prenotare al numero 3791949918.

In “Via Crudex – Cantico della minaccia – racconta l’autore e regista Palazzolo – insomma ho fatto così, ho acchiappato le paure tipiche degli attori, le disavventure degli attori, le fragilità degli attori, il loro vissuto traboccante di esperienze caduche, zeppo di acrobazie emotive, e poi ho fatto incetta dei miei temi ricorrenti, quelli per i quali quotidianamente alzo la penna e la butto su un foglio, e insomma ho affilato i coltelli, come si dice, pure se non si dice proprio così, ho organizzato otto pezzi di un puzzle, che risulterà incompleto, alla fine, beninteso, poiché non era certo mio interesse afferrare tutt’intera la risma, quanto piuttosto imbastire una specie di tauromachia dell’attore, che è una lotta perpetua, essere attori, mi pare, una lotta con il pubblico, con il testo, col regista, una lotta con se stessi, principalmente, perché scegliere di essere attori, oggi, è una disavventura e nessuno vorrebbe essere vittima di questa disavventura, e il medesimo discorso potrebbe estendersi a tutte le arti praticate dal vivo, poiché il pubblico ha smesso di essere il pubblico che ciascuno attore immaginava quando s’immaginava un qualche pubblico, e in effetti si è tramutato in un’entità caliginosa, il pubblico, divoratrice di emozioni, dispensatrice di tendenze, disegnatrice di panorami, e così l’attore è sempre sul punto di soccombere, e proporre una nuova succulenta esibizione, che faccia piangere o ridere, ma che comunque li renda incolumi da qualsivoglia responsabilità. L’attore dovrebbe essere l’essere più lontano dal concetto di esibizione, invece, io credo, che l’esibizione è il concetto più lontano dall’essere attore”.

Rosario Palazzolo è drammaturgo, scrittore, regista e attore. Per il teatro ha scritto tra gli altri: “Ciò che accade all’improvviso”( 2006), “I tempi stanno per cambiare” (con Luigi Bernardi 2007), “ A Cirimonia” (2009, premio ACTI 2020 allo spettacolo), “L’Ammazzatore” (2018), “Eppideis” (2021), “Se son fiori, moriranno” (2023).

Negli anni la sua scrittura è stata oggetto di studio presso alcune università italiane ed europee, con approfondimenti monografici e tesi di laurea. Importante anche la produzione per la narrativa che gli è valsa anche la proposta da Giulia Ciarapica nel 2020 per il “Premio Strega” con “la vita schifa” (Arkadia editore), e poi proposto da Alberto Galla nel 2022 con “Tutto il mio cuore rimasto” (Arkadia editore).

Del 2023 è docente di recitazione e regia alla Scuola di teatro dello stabile palermitano.

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