Tassa di soggiorno ad Enna: le preoccupazioni di Confcommercio

Fabiola Lo Presti
PUBBLICITÀ    

La delegazione comunale Confcommercio della città di Enna interviene con una nota, a firma del suo presidente Fabiola Lo Presti, sulla vicenda politica legata alla recente approvazione in Consiglio Comunale della tassa di soggiorno.

PUBBLICITÀ    

«L’istituzione della tassa di soggiorno nella città di Enna – si legge nella nota di Lo Presti – è stata preceduta da un incontro con le rappresentanze sindacali che avevano confermato la loro contrarietà all’introduzione di questa imposta, soprattutto in un momento ancora così difficile per le imprese turistiche. Ma di fronte alla ferma decisione dell’amministrazione di bruciare i tempi e giungere all’approvazione definitiva in tempi brevi, furono formulate delle richieste e delle proposte, già adottate, peraltro, in altri comuni siciliani, che ad Enna sono state invece del tutto ignorate a livello amministrativo e politico».

«Probabilmente – continua Lo Presti – alla luce della nuova politica di dialogo con l’Università, è stata accolta solo la proposta di esentare gli studenti. Ore di confronto e di studio da parte nostra rese inutili dalla fretta di chiudere l’iter ed istituire una tassa su cui, tra l’altro, è sempre stata contestata principalmente la tempistica. La prima volta è stata proposta all’inizio del lock down e la seconda adesso, quando gli operatori del settore ricettivo fanno ancora i conti con gli effetti di una pandemia ancora in corso».

La delegazione Confcommercio della città teme che l’introduzione di questo balzello finisca per nuocere agli albergatori.

«Non è l’importo della tassa che dovranno pagare i turisti a preoccuparci – prosegue Lo Presti – ma le modalità di riscossione che andranno a danneggiare gli operatori turistici, costretti a trasformarsi in esattori per conto del Comune. Quando il turista pagherà (come accade nel 95% dei casi) con carta di credito, la percentuale delle commissioni dovute alle banche sarà totalmente a carico dell’albergatore. Per questo avevamo chiesto una franchigia del 10%, come avviene a Palermo, giusto per consentire un ammortamento dei costi di gestione. Ma la nostra proposta non è stata presa in considerazione».

«Per incentivare il turismo è necessario programmare, pianificare, adottare provvedimenti su trasporti, strade e servizi. Altrimenti il rischio è che in questo preciso momento storico, ancora caratterizzato da crisi e pandemia, la tassa di soggiorno potrebbe scoraggiare il turista a fermarsi a Enna. Vigileremo attentamente – si conclude la nota – affinchè l’amministrazione comunale, che ha così fortemente voluto istituire la tassa di soggiorno, vincoli questi nuovi introiti ad iniziative specifiche per lo sviluppo di servizi turistici, come la legge obbliga».

PUBBLICITÀ