Riforma province siciliane, Di Maggio: “L’Ars affossa la democrazia”

Gaetano Di Maggio
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Pubblichiamo di seguito dichiarazione di Gaetano Di Maggio, esponente del centro destra ennese.

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Dopo tanti mesi di tira e molla, finalmente diversi deputati regionali siciliani hanno gettato la maschera, andando in controtendenza, visto il periodo carnevalesco.

Dopo tante sedute in diverse commissioni e diversi pareri favorevoli, il povero presidente Schifani porta in aula la riforma delle province siciliane, per ridare voce al popolo. Tante le speranze nei confronti di questa riforma, che finalmente avrebbe dato un governo e tante soluzioni ai numerosissimi problemi che coinvolgono le scuole e le strade provinciali, per fare alcuni esempi.

Si pensava di andare al voto unitamente alle europee, anche per risparmiare denaro pubblico, per l’espletamento delle elezioni. Ma chi se ne frega. Si parlava di dare seguito ad uno dei punti più importanti del programma del centrodestra siciliano, il ritorno delle province, vecchia concezione. Si parlava di certezze date da parte del governo Meloni, sulla possibile impugnativa da parte di Roma, della riforma della province. Era stato assicurato di stare tranquilli, in quanto nessuno avrebbe fatto obiezioni sulla legge regionale. Si pensava di essere finalmente in dirittura d’arrivo. Il governo regionale aveva anche superato lo scoglio della finanziaria e il nodo, cruciale, delle nomine dei direttori generali della sanità.

Tutto lasciava presupporre che la riforma sarebbe stata votata favorevolmente entro il fine settimana e invece…

A dire il vero, un incidente politico all’interno della maggioranza c’era stato nei giorni scorsi, quando i “fratellini” volevano fare passare, a tutti i costi, la salva ineleggibili, e invece l’Ars, a voto segreto, aveva bocciato, io aggiungo giustamente, la proposta. Forse questo incidente ha determinato la bocciatura della riforma delle province? Una specie di ripicca nei confronti del resto della maggioranza? Se così fosse, non dovrebbero limitarsi solo a provare vergogna, ma dovrebbero anche dimettersi.

Il voto segreto non ci dirà mai la verità sulle presunte colombe o sui presunti falchi. Si dice che tanti altri deputati della maggioranza hanno tradito il popolo siciliano, non solo i “fratellini”, ma pare anche deputati, vicino all’on. Falcone. Per indebolire Schifani? Chissà.

Si dice anche che qualcuno dell’opposizione ha votato a favore della riforma, se così fosse, i falchi all’interno della maggioranza, sarebbero molti di più, di quelli ipotizzati.

Di una cosa sono certo. Coloro che hanno bocciato questa riforma, pur facendo parte della maggioranza, sono, non solo degli amorali, ma anche dei veri e propri mariuoli di voti, la riforma delle province era nel programma elettorale, di democrazia e di speranza.

Ieri si è consumata all’Ars l’ennesima pagina nera della politica siciliana. Ne avremmo fatto volentieri a meno. Spero solo che i siciliani al momento opportuno, castighino con l’unica arma che hanno, ovvero il voto, questi squallidi e dannosi individui, tra l’altro superpagati.

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