“Sindrome metabolica fegato-cuore”, si intitola così il convegno che si terrà sabato 22 giugno presso l’auditorium della sede dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Enna organizzato dal reparto di Medicina Interna dell’Umberto I.
“Lo scopo di questo convegno – spiega il responsabile scientifico Mauro Sapienza, direttore dell’Unità operativa complessa di Medicina Interna del nosocomio ennese – è di agevolare l’integrazione tra le competenze dei vari specialisti ospedalieri, universitari e territoriali nel trattare in modo ottimale le patologie cardio-metaboliche, epatiche, dislipidemiche, il diabete, l’obesità e lo scompenso che spesso da esse ne derivano. Infatti, tali malattie sono sempre più frequenti dato l’aumento della vita media di questi pazienti”.
Per tale motivo durante la giornata verranno esaminate le più recenti linee guida per i trattamenti più efficaci e innovativi, non solo dal punto di vista medico ma anche terapeutici considerando l’importanza dello stile di vita e, quindi, delle norme dietetiche associate ad adeguata attività fisica.
Ad aprire i lavori il saluto di Renato Mancuso, presidente OMCEO di Enna, Mario Zappia, commissario straordinario ASP Enna, Emanuele Cassarà, direttore sanitario ASP Enna, Roberta Malaguarnera, direttore Dipartimento Medicina e Chirurgia dell’Università Kore, Paolo Scollo, coordinatore corso di studi di Medicina e chirurgia della Kore, Mauro Sapienza, responsabile scientifico del convegno.
Dalle tematiche scelte, che verranno sviscerate durante il convegno, è possibile effettuare una prima fotografia istantanea che ritrae come è cambiato l’ambito della medicina interna e il ruolo dell’internista, che si trova a competere con patologie sempre più complesse e articolate le quali richiedono una sempre maggiore duttilità e personalizzazione. Aumenta l’età media della popolazione e con essa le patologie croniche che portano con sé poli-morbosità e/o co-morbosità, per questo diventa sempre più importante e imprescindibile il dialogo tra le diverse branche ospedaliere ma anche la comunicazione con la medicina sul territorio. Mentre il numero della popolazione cosiddetta “fragile” – in età avanzata e con patologie croniche – aumenta, le risorse a disposizione del Sistema sanitario nazionale diminuiscono e si “predilige” economicamente parlando la medicina sul territorio, depotenziando quella ospedaliera, ridimensionando il numero dei medici, dei posti letto e dei servizi nonostante vi sia un aumento in termini di richiesta.
L’ultimo SDO, il rapporto annuale sui ricoveri ospedalieri del Ministero della Salute, ha confermato ancora una volta come i ricoveri in Medicina Interna nel nostro Paese siano i più numerosi. Su circa 5,5 milioni di pazienti ricoverati ben 842 mila affluiscono nei reparti di Medicina.
“Si rende dunque necessario un percorso di valutazione dei bisogni di salute e una riprogrammazione degli interventi per rispondere a essi e ancora ottimizzare l’impiego delle risorse in termini di prevenzione, appropriatezza e continuità delle cure. Per tale motivo diviene indispensabile anche lo scambio che deve avvenire tra Asp, Università e sanitari in quanto braccia operative”, chiosa Mauro Sapienza.
Inoltre, nonostante le risorse messe in campo per potenziare la medicina territoriale, rimane il problema dell’integrazione tra ospedale e territorio, uno scambio spesso solo virtuale e di carattere amministrativo che non risponde alle nuove sfide richieste.
“Tornando al concetto di fragilità – utilizzato pocanzi dalPrimario – quest’ultima va intesa con un’accezione olistica, perché caratterizza ogni singolo paziente in funzione della sua complessità clinica, vulnerabilità biologica e sociale e ci offre gli elementi per identificare i suoi bisogni reali e tradurli in un piano assistenziale individualizzato”.
A introdurre il convegno Giuseppe Lo Faro e Salvatore Requirez, direttore del Dasoe – Dipartimento per le attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico. A seguire le relazioni degli specialisti Ligia Juliana Dominguez Rodriguez, Roberto Scicali, Sandra Greco, Calogero Russo, Marco Barbanti, Domenico Arcoria, Salvatore Petta.
Gli obiettivi formativi del convegno sono dunque quelli di individuare e riconoscere, attraverso un corretto approccio clinico diagnostico terapeutico, le patologie da trattare e le loro relative complicanze cardio-metaboliche.
Angela Montalto