Enna ricorda Calogero Lo Giudice

Incontro in memoria di Calogero Lo Giudice
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Raccontare e rileggere il passato, nell’esperienza politica e affettiva di una persona, in questo caso del deputato ennese Calogero Lo Giudice. È questo secondo Rino La Placa, nel ruolo di moderatore, il senso della giornata dedicata ieri mattina in un Teatro Garibaldi gremito di gente, all’illustre politico ennese, scomparso appena un anno fa.

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L’incontro, che ha avuto il patrocino del Comune di Enna e dell’associazione ex-deputati all’ARS, ha voluto rappresentare “una riproposizione nel presente di spunti motivazionali per i giovani di oggi, per dare loro la giusta spinta alla costruzione di un domani migliore” afferma La Placa, presidente dell’associazione ex deputati della Regione Siciliana, che definisce Lo Giudice “un vero modello da emulare e figlio illustre di questa città” e ne ricorda spaccati di vita politica, in una difficile congiuntura storica nella quale la mafia spesso aveva la meglio, quella mafia “che andava combattuta con un concorso di idee e forze comuni”.

Il saluto dell’Amministrazione Comunale di Enna è affidato al vice sindaco Francesco Comito, che al tempo era un giovane interessato alla politica ed estimatore dell’onorevole Lo Giudice, che ne rileva il valore come patrimonio per la nostra città. Uomo schivo, Lo Giudice aveva nella mitezza la sua forza, per la capacità di visione politica, che ne costituiva la cifra stilistica anche umana.

Sono molti gli interventi, apre il Prof. Franco Amata, storico e deputato regionale negli anni Settanta e Ottanta assieme a Lo Giudice, ma nelle fila del PCI, e poi collega universitario nella Facoltà di Agraria di Catania, dove Lo Giudice insegnava Economia politica. Amata traccia la storia sofferta della Sicilia negli anni della difficile lotta alla mafia, dal punto di vista di chi viveva allora la politica e l’amministrazione in prima persona, ricordando tappa per tappa le fasi, talora aspre, del confronto e del dibattito tra i partiti, e i momenti di convergenza e di incontro invece, con l’intento di collaborare per la realizzazione del bene comune.

Poi è il momento dell’ex ministro ai trasporti Alessandro Bianchi, già docente di Urbanistica all’Università di Reggio, rettore dello stesso ateneo e dell’Università Telematica Pegaso, che ricorda l’uomo Lo Giudice, nella sua ironia e aplomb quasi british, nei loro viaggi di studio in Irlanda al Trinity Collage, per conto dell’università, per perfezionare la lingua inglese.

Secondo Mommo Giuliana, anche lui ex deputato regionale DC, Lo Giudice oltre ad aver fatto suo il monito dell’allora Presidente della Regione Piersanti Mattarella, che affermava che la Sicilia doveva avere le carte in regola, aggiungeva che bisognava che avesse anche e soprattutto i conti in regola. Giuliana, tuttavia, lamenta nel deputato ennese la mancanza di legittima ambizione, che solitamente ha chi fa politica – “per l’umiltà, forse, che lo caratterizzava e che si manifestava sotto forma di mitezza”.

E ancora il giornalista e storico Pasquale Hamel, ricordando come nelle travagliate vicende interne di partito nella DC di quegli anni l’essere uomo perbene di Lo Giudice era dato anche da una sua robusta e solida formazione politica, ne evidenzia il suo grande senso del dovere e delle istituzioni.

E poi Giovanni Pepi, condirettore del Giornale di Sicilia che, dopo un esordio vivace tra i due, nato da uno scoop giornalistico di Pepi (l’anticipazione sulla stampa della composizione del futuro governo regionale a guida Lo Giudice nel 1982, ndr) lo ricorda come un uomo dialogante, che amava il confronto, un “riformista e rifondatore autentico” – dice.

Infine il giornalista Giuseppe Sangiorgi, portavoce per un decennio del deputato nazionale Ciriaco De Mita, direttore del quotidiano Il Popolo, parla del valore di Lo Giudice, deputato anche Europeo, nella dissolvenza della politica dei valori della DC, data dallo stesso processo storico di trasformazione dal passaggio da DC al Nuovo Partito Popolare.

Infine è il momento del ricordo familiare, affidato alla cara moglie Silvana Tuttobene Lo Giudice, ottima organizzatrice dell’evento, che con sincera stima e gratitudine per i politici e studiosi intervenuti nel ricordo del marito li definisce tutti “amici sinceri di Calogero” ricordando come per Lo Giudice fosse fondamentale il valore dell’amicizia e del confronto, e ne traccia con affetto e delicatezza gli ultimi momenti della vita.

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