Presentati nei giorni scorsi, attraverso una diretta online, i nuovi dati dello studio multidisciplinare sulla torre ottagonale di Enna promosso da “ArcheoSIT System” e da “Collana Libri Storie di Sicilia”. I due autori della ricerca, l’archeologo Paolo D’Angelo e l’informatico Fabrizio Natanaele Severino, hanno approfondito dettagliatamente tutti i principali elementi storici, archeologici e topografici relativi al monumento ennese.
Gli interrogativi alla base del progetto di ricerca sono stati: chi ha costruito la torre ottagonale di Enna? Qual era la sua funzione originaria? Perché Enna è stata scelta come sito per la fondazione dell’Umbilicus Siciliae et Trinakriae?
Punti di partenza della ricerca sono stati gli studi dell’ing. Umberto Massocco e dello storico e giornalista Angelo Severino. Durante la presentazione online sono intervenuti anche il dott. Francesco Puntieri, storico medievista, il dott. Aravinda Ravibhanu, capo dell’Istituto Eco Astronomy, e l’ing. Liborio Petralia.
I due ricercatori ennesi hanno rivelato importanti scoperte inedite nel campo dell’archeologia e dell’archeoastronomia e presentato l’edizione scientifica del libro “Umbilicus Siciliae et Trinakriae, La Torre Ottagonale di Enna” all’interno del quale è raccolta tutta la documentazione della ricerca.

Fabrizio Natanaele Severino e Paolo D’Angelo
“La nostra ricerca – dichiara l’archeologo ennese Paolo D’Angelo – smentisce definitivamente l’attribuzione della Torre a Federico II di Svevia e svela nuovi elementi sulla sua fondazione e sulla stessa fondazione sicana, poi sicula, della città di Enna. Attraverso il nostro lavoro di ricerca siamo riusciti a dimostrare, tra le altre cose, che la Torre Ottagonale di Enna è il più antico sito del Mediterraneo per l’osservazione astronomica, la divinazione e l’agrimensura e che fu centrale per le operazioni di ripartizione territoriale della Sicilia durante l’età del Bronzo. Fondata nella seconda metà del II millennio a.C., la Torre è l’originaria sede di un antico tempio astronomico, e il pozzo alla sua base è il vero ‘Umbilicus Siciliae’, legato al culto della Dea Madre, poi Demetra per i Greci e Cerere per i Romani. Riguardo alla fondazione della città – prosegue D’Angelo – siamo giunti alla conclusione che essa sia legata all’idea etrusca di spazio celeste riprodotto sulla terra, mostrando un assetto urbanistico basato su riferimenti astronomici, risalente a circa 3500 anni fa”.
“La nostra indagine sulla torre ottagonale di Enna – spiega Fabrizio Natanaele Severino, esperto informatico e problem solver con una crescente passione per la storia e l’archeostronomia – ha impiegato metodologie informatiche avanzate per integrare e reinterpretare i dati storici e archeologici noti, fornendo nuove strategie per la ricerca e la conservazione del patrimonio culturale. Questo approccio multidisciplinare – prosegue Severino – ha raffinato la nostra comprensione del sito e ha proposto la candidatura di Enna come patrimonio mondiale dell’umanità. Durante il progetto di studio, ho formato e coordinato il team di ricerca, sviluppando ogni aspetto strategico, tattico e operativo. Ho progettato la struttura dei capitoli del nostro caso studio, curando l’approccio mentale, i concetti chiave e le connessioni logiche, partendo dal materiale lasciatomi in eredità da mio padre Angelo Severino. La stretta collaborazione con l’archeologo Paolo D’Angelo è stata fondamentale per la redazione dell’intera ricerca: insieme, abbiamo lavorato per integrare nuove fonti e scoperte necessarie per la più corretta e completa esposizione della nostra tesi. Le intuizioni che ho sviluppato e che sono state accuratamente esaminate da Paolo D’Angelo durante il nostro lavoro, come la correlazione tra la topografia di Enna e la costellazione del Capricorno, la connessione tra la figura della svastica e lo schema ciclico dell’Orsa Maggiore, e le analogie urbanistiche tra Enna e altri siti etruschi, hanno portato a scoperte significative. Questi risultati mi hanno motivato a fissare obiettivi ambiziosi per il presente di Enna. Siamo determinati a modificare il nome della torre da ‘Torre di Federico’ a ‘Torre Ottagonale – Umbilicus Siciliae et Trinakriae: osservatorio astronomico, ca. XI secolo a.C.’ entro il 2026. Inoltre, miriamo a candidare Enna al progetto “SPUR – Città Etrusche” da presentare alla Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO. Queste iniziative – conclude Severino – frutto di anni di ricerca approfondita e impegno costante, sfidano le narrazioni storiche tradizionali e aprono nuove vie per comprendere le profonde radici e l’importanza di Enna nella storia del Mediterraneo”.
I due autori hanno apertamente fatto appello alle istituzioni e ai loro colleghi ricercatori ad un confronto attivo sull’argomento. Il libro “Umbilicus Siciliae et Trinakriae, La Torre Ottagonale di Enna” è in vendita promozionale fino al 31 agosto sul sito https://torredienna.it/salespage.