I genitori degli alunni delle scuole primarie dei plessi S. Onofrio (I.C. S. Chiara), De Amicis (I.C. De Amicis) e F.P. Neglia (I.C. F.P. Neglia) hanno presentato una diffida formale al Comune di Enna per annullare in autotutela la Delibera della Giunta Municipale N. 292 dell’11 dicembre 2024. Tale delibera ha stabilito un aumento significativo dei ticket per il servizio mensa scolastica, eliminando la fascia di esenzione per i redditi più bassi.
La protesta, iniziata al rientro dalle vacanze natalizie, vede i genitori rifiutarsi di consegnare ai bambini i ticket forniti dal Comune, organizzandosi autonomamente per garantire i pasti ai loro figli. Gli aumenti delle tariffe, pari a 1,50 € per ogni fascia ISEE, colpiscono tutte le famiglie, comprese quelle più vulnerabili.
In una riunione tenutasi lo scorso 15 gennaio presso i locali del Comune, i rappresentanti dei genitori hanno espresso il loro dissenso. Hanno denunciato nella diffida la mancata esibizione del verbale di una riunione tenutasi a ottobre 2024, e criticato l’eliminazione della fascia esente, che contraddice il regolamento del servizio mensa scolastica approvato nel 2010.
I genitori hanno inoltre sottolineato che la decisione di aumentare le tariffe è stata giustificata con la mancanza di copertura finanziaria, ma hanno chiesto chiarimenti sul perché non siano state allocate maggiori risorse nel bilancio di previsione 2025-2027, approvato successivamente alla delibera.
Secondo i genitori l’aumento dei ticket rischia di gravare ulteriormente sulle famiglie, rendendo la mensa scolastica un servizio sempre meno accessibile. Hanno anche evidenziato come questa scelta contrasti con i principi costituzionali sanciti dagli articoli 31 e 34.
Con la diffida, i genitori chiedono l’annullamento immediato della delibera, proponendo di mantenere le tariffe precedenti almeno fino al termine dell’anno scolastico 2024-2025. Propongono inoltre interventi strutturali sul bilancio comunale per garantire un servizio mensa sostenibile e accessibile a tutti, senza penalizzare le famiglie meno abbienti.
La questione resta aperta, con i genitori determinati a difendere il diritto dei propri figli a un servizio mensa più equo.