Enna: concluso alla casa circondariale il progetto “Genitorialità e Pena”

progetto “Genitorialità e Pena”
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Presso la casa circondariale di Enna, si è svolto ieri l’evento conclusivo del progetto “Genitorialità e Pena”. Questo progetto, promosso con determinazione dall’Ufficio Regionale del Garante dei Diritti dei Detenuti in collaborazione con l’Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna, è stato realizzato nel carcere “Luigi Bodenza” di Enna e presso l’UEPE di Caltanissetta da aprile 2022 a marzo 2023.

L’obiettivo principale del progetto era quello di esplorare la relazione tra il percorso di esecuzione della pena e il suo impatto sui processi educativi e sul ruolo del genitore, concentrandosi in particolare sulla relazione tra genitori e figli.

Il team di lavoro che ha sviluppato il progetto era composto da psicologhe esperte in osservazione del neonato e del bambino del Centro Studi Martha Harris di Palermo. Il gruppo, guidato da Maria Luisa Mondello, presidente del Centro Studi, e composto dalle psicologhe e psicoterapeute Chiara Cinardo e Marta Cortese, ha utilizzato una metodologia attiva e partecipativa caratterizzata da laboratori informativi, formativi e pratici. Questo approccio ha garantito un percorso di sostegno alla genitorialità, creando uno spazio di ascolto e riflessione per i detenuti e le loro dinamiche relazionali ed emotive.

All’evento hanno partecipato vari esponenti, tra cui la direttrice della casa circondariale di Enna, Gabriella Di Franco; l’ingegnere Pietro Valenti dell’Ufficio Garante dei Detenuti Sicilia; il direttore dell’UDEPE di Caltanissetta, Salvo Leotta; la direttrice dell’UEPE, Rossana Provenzano; Stefania Castellana, referente del progetto UDEPE Enna; Maria Elena D’Amore, capo area educativa della casa circondariale di Enna; e l’assessore del Comune di Enna Rosalinda Campanile.

Durante il convegno si sono susseguiti interventi, scambi di impressioni e presentazioni dei risultati ottenuti, sottolineando l’importanza di affrontare temi così complessi e delicati. La proiezione di un filmato riepilogativo ha evidenziato l’intero percorso, mostrando come professionisti e detenuti abbiano intrapreso un viaggio di comprensione delle dinamiche familiari, migliorando i rapporti con i propri cari e acquisendo piena consapevolezza del loro ruolo di genitori attraverso dialoghi e laboratori.

È emersa la necessità fondamentale per i detenuti di mantenere vivi i legami emotivi e affettivi, per evitare ulteriori interruzioni nelle relazioni significative. Riconoscendo che affettività e genitorialità sono diritti fondamentali per le persone detenute, è essenziale creare collegamenti tra l’interno e l’esterno del carcere. Questo permette loro di vivere esperienze che rispecchiano le proprie storie di vita e le loro relazioni, contribuendo così a una maggiore consapevolezza e miglioramento del loro ruolo di genitori.

Manuela Acqua

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