Enna, Castello di Lombardia, interviene SiciliAntica: “L’agonia di un monumento”

Lavori al Castello di Lombardia
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Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa della sede di Enna di SiciliAntica riguardante il Castello di Lombardia, recentemente al centro di polemiche relative ai lavori.

Fin dalla sua nascita la sede di Enna di Siciliantica ha stabilito un legame, basato sulla sua difesa e valorizzazione, con la più importante area monumentale della città. Per questo, nel corso degli anni ci siamo impegnati in vicende che hanno visto il “Castello di Lombardia” subire interventi che ne minavano l’integrità.

Solo per citare alcuni casi che hanno suscitato clamore e indignazione nell’opinione pubblica, vogliamo ricordare quando nel 2014 venne danneggiata la base rocciosa sul versante della Torre Pisana, da lavori del Genio Civile di Enna che prevedevano reti e chiodature, bloccati a seguito della denuncia dell’Associazione. Nel 2020 fu, poi, la volta del Comune di Enna, affidatario del monumento a seguito di concessione da parte del Demanio dello Stato, che con la motivazione di voler riaprire l’anello stradale al passaggio pedonale pensò bene di costruire una “vasca di lamiera riempita di terra”, con la finalità di contenere il rischio della cadute di pietre dal costone roccioso soprastante. Il risultato fu invece l’opposto: l’accentuazione del processo di snaturamento del bene in quel punto già attaccato nel 2014. Appena un anno fa denunciammo nuovamente lo stato di degrado in cui versava il monumento al suo interno (aree chiuse alla visita a causa del pericolo di crolli di mura, apparato didattico certamente non degno di una Amministrazione che aveva l’orgoglio di partecipare al concorso di città “Capitale della Cultura”).

Rispetto al clamore che stanno suscitando i lavori di riqualificazione odierni vogliamo chiarire ora il nostro punto di vista.

Innanzitutto è bene ribadire che l’area del Castello di Lombardia non deve la sua importanza soltanto alla presenza del maniero, ma lo è sicuramente di più per la storia che precede la costruzione del castello, in quanto sede nel periodo greco del Santuario di Demetra, famoso in tutto il Mediterraneo antico. Questa fama fece si che scrittori classici descrivessero quei luoghi e quei monumenti rimarcandone l’unicità della natura. Si tratta dunque di un sito che racchiude storie millenarie conosciute ed apprezzate in tutto il mondo. Del resto Enna è nota anche per il suo Castello, che che porta migliaia di visitatori ogni anno in città per la sua visita e quella della Rocca di Cerere.

Pertanto, anche solo per questo aspetto l’obbligo di conservare questa memoria passa anche per il rispetto e la difesa di ciò che il tempo ci ha lasciato a testimonianza delle civiltà passate.

Appare chiaro – ora – che ogni intervento che tende a snaturarne i luoghi si scontra con tutto quanto sopra premesso. La creazione di muri che impattano con il prospetto del monumento (che è un tuttuno con il basamento di roccia sul quale sorge), l’immissione di migliaia di metri cubi di calcestruzzo e infine la rifinitura, con tanto di marmo bianco di Custonaci, oltre a rappresentare una pesante intromissione di materiali estranei alla natura dei luoghi, cambierà l’aspetto di tutta l’area, compromettendola per sempre. Sarebbe opportuno riteniamo, dunque, al momento, riaprire un dibattito con professionisti e accademici di livello, che hanno le alte qualifiche e le competenze scientifiche, per poter parlare delle problematiche che investono questo bene di estrema importanza culturale.

Ogni approccio progettuale dovrebbe, infatti, tenere conto di questa importantissima storia, e soprattutto non deve assolutamente mettere a rischio la natura dei luoghi che testimoniano quella storia. Questo intervento rischia per questi motivi di snaturare definitivamente tutta l’area del Castello, cambiandone la natura e la fisionomia, nonostante tutti i vincoli che insistono nell’area e che non avrebbero dovuto consentire questo genere di intromissioni.

Si è appreso in questi giorni, poi, che la Soprintendenza di Enna ha bloccato, giustamente, nella fase iniziale la costruzione della torre-ascensore, impedendo cosi un’opera che avrebbe stravolto il paesaggio millenario fra la Rocca di Cerere e il castello. E su questo non possiamo che complimentarci con i vertici della Soprintendenza di Enna che quantomeno sono riusciti a limitare l’impatto che avrebbe creato questa torre moderna.

Sarebbe stato auspicabile, tuttavia, secondo la nostra associazione stilare un vero e proprio progetto di restauro ambientale e monumentale che avrebbe potuto rimarginare per quanto possibile le ferite inferte nel corso dei secoli passati. In alternativa sarebbe stato corretto presentare ai legittimi proprietari, cioè i cittadini di Enna, l’idea progettuale, per aprire un confronto utile a superare contrasti come quelli che si stanno prospettando all’orizzonte.

A tal proposito vogliamo qui riportare alcuni brevi cenni sul cantiere in atto sul sito. Non c’è possibilità di visionare i lavori, da parte dei cittadini, per via della chiusura totale di tutta l’area, ivi compresa l’impossibilità di accesso alla Rocca di Cerere. D’altra parte, quando ancora era possibile accedere alla Rocca nel corso delle nostre passeggiate ci siamo accorti di alcune stranezze delle quali alcune preoccupanti. Ci riferiamo all’area di discarica che era stata organizzata proprio sotto la Rocca di Cerere, che in un primo momento era stata definita “tamponamento del vecchio parcheggio” e che, a seguito della denuncia sui social da parte della nostra Associazione, il tamponamento si è trasformato in “abbancamento”, e i rifiuti sono stati prontamente fatti sparire, prima che il cantiere diventasse off limits alla cittadinanza.

Mancata sorveglianza archeologica. Su tutta la superficie dell’anello stradale sono state aperte trincee per la posa di cavi e tubi. La normativa prevede che in ambito di lavori pubblici in aree di interesse archeologico-monumentali sia attivata la procedura per la sorveglianza archeologica. Abbiamo posto il quesito al R.U.P. dei lavori che ci ha candidamente risposto che la sorveglianza archeologica non era stata prevista perché non erano previsti scavi. Approfondiremo nelle sedi opportune questo problema.

In conclusione, non è nostra intenzione rispondere ai politici che in questi giorni ci chiedono pazienza sul risultato finale che renderà elegante e moderna la nostra area. I nostri principali interlocutori sono tutti i cittadini ai quali appartiene la storia di questa città.

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