Dimensionamento scolastico, Di Gangi: “Scempio senza ragion d’essere”

Vittorio Di Gangi
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Pubblichiamo di seguito dichiarazione dell’ex segretario provinciale del Partito Democratico di Enna Vittorio Di Gangi in merito al tema del dimensionamento scolastico nel territorio ennese.

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Mi sento in dovere di esprimere il mio pensiero, e penso anche quello di tantissimi altri, in merito alla soppressione nella nostra Provincia di ulteriori 6 autonomie scolastiche, approvata a maggioranza dalla Conferenza Provinciale nei giorni scorsi.

In quarant’anni di servizio nella scuola e nella mia pregressa attività di sindacalista prima e di politico poi, non ho mai assistito ad uno scempio simile senza alcuna ragion d’essere.

In appena un quarto di secolo questa provincia perde ben 49 istituzioni scolastiche autonome (-69%).

Questa drastica contrazione è solo in parte giustificata dal calo della popolazione scolastica; per la stragrande maggioranza, invece, è legata a scelte scellerate che continuano a perpetrarsi a discapito di un territorio che invece andrebbe tutelato e valorizzato.

A fronte di un calo della popolazione scolastica del 36,5% si sopprimono il 69% di scuole autonome, costituendo così scuole con la media di 916 studenti, più del doppio rispetto alla media di 25 anni fa.

Ciò significa gestire scuole più complesse, molto spesso dislocate tra comuni diversi.

Questi continui accorpamenti tra diverse scuole hanno creato e continueranno a creare danni gravi e permanenti al territorio e alle loro popolazioni, sia in termini occupazionali che in termini di garanzia di pari opportunità per gli studenti delle nostre scuole.

In termini occupazionali, senza contare l’incidenza che gli accorpamenti hanno sulla dotazione organica dei docenti, si sono persi oltre 200 posti di lavoro tra Dirigenti scolastici, personale amministrativo, tecnico e ausiliario.

In termini di mancate risorse finanziare da investire nelle nostre scuole il danno è molto più grave. Basti pensare che un istituto scolastico autonomo per le stesse misure può presentare un solo progetto e riesce a ricevere finanziamenti Europei (PON, FESR, PNRR, ecc.) mediamente per 100.000 euro all’anno.

In 25 anni si sono perse opportunità di finanziamento per oltre 65.000.000 di euro e, cosa ancor più grave è che queste soppressioni determinano un ulteriore danno permanente nel tempo di oltre 5.000.000 di euro all’anno di mancate opportunità.

Tutto ciò si ripercuote inevitabilmente sulla qualità del servizio offerto dalle nostre scuole, costrette come sono a dover scegliere a quale scuola (la ex scuola X o la ex scuola Y), destinare le risorse provenienti dai Fondi Europei, aumentando surrettiziamente il divario tra NORD e SUD e contribuendo notevolmente allo spopolamento delle zone interne.

In termini di servizi amministrativi bisogna tener conto dell’enorme lavoro necessario per l’accorpamento o smembramento degli archivi, degli inventari e delle varie banche dati (di gestori diversi) delle singole istituzioni di origine, oltre che a tutti gli atti contabili e amministrativi. Oggi capita molto spesso che studenti o genitori non trovino affatto risposta, o la trovano con enorme ritardo, alle numerose richieste di certificazioni. Immaginate voi cosa succederebbe se un Comune si accorpasse con un altro e poi entrambi si accorpassero con alcuni quartieri di un altro Comune. Il caos totale e un disservizio continuo.

È solo grazie alla buona volontà degli operatori che a volte si riescono a risolvere grossi problemi.

Tutto ciò è inaccettabile.

Mi stupisce il voto favorevole espresso da alcuni sindaci (forse perché non è stato toccato il loro campanile) alla proposta di soppressione di ben 6 autonomie scolastiche (-20,7%); mi rimane incomprensibile il voto favorevole del Sindaco di Enna (Comune in cui si manifesteranno maggiormente gli effetti negativi); mi stupisce ancor di più, o forse no, il voto favorevole dei rappresentanti dei genitori e del personale scolastico (soggetti nominati dal Dirigente dell’ex Provveditorato agli Studi di Enna e che rappresentano se stessi e non certo l’intero mondo scolastico).

Che dire poi dell’operato del Dott. Ciancio, Dirigente dell’ex Provveditorato che, pur essendo originario di questa provincia, non ha messo in campo nessuna delle deroghe previste dalla norma e, anzi, con le sue proposte mutevoli nel brevissimo spazio temporale, ha contribuito nel corso di questi anni ai continui colpi di scure.

Adesso, a mio personale avviso, bisogna far valere le ragioni di un territorio attraverso una forte mobilitazione di tutte le forze sociali, degli studenti, dei genitori e di tutta la popolazione, oltre che delle istituzioni scolastiche, dei rappresentanti politici, prima che questo piano venga discusso e approvato presso l’Ufficio Scolastico Regionale.

E se ciò non dovesse bastare mi auguro che i Sindacati o chi ne avrà la titolarità possa impugnare il provvedimento.

Non dimentichiamo che i problemi della scuola coinvolgono oltre il 65% della popolazione (20.000 studenti, 32.000 genitori, 50.000 nonni e personale scolastico)

In fondo lottiamo per il futuro dei nostri giovani.

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